Michel Bras | Tavole Accademiche

Ogni bambino cresce con un idolo, un simbolo, una persona che inevitabilmente diventa punto d’ispirazione. Io quel momento lo ricordo bene, come fosse ieri. Era da poco che avevo capito che il cibo sarebbe diventato la mia vita e come accade sempre quando ti appassioni follemente di qualcosa passavo ore, a volte anche giornate intere, su video di cucina per cercare di far mio l’intero sapere gastronomico.
Era lì piccolo, magro, con quei fantastici occhiali tondi. Lui non cucinava, danzava. Trattava quegli ingredienti quasi con pia sacralità. Colori veri, forme naturali e sapori armoniosi. Stavo guardando arte e non me ne rendevo conto. Michel Bras.

Michel Bras è lo chef impressionista che per primo ha dipinto sul piatto il paesaggio che lo circondava. Eleganza, leggerezza e panismo. Il cuoco che diventa un tutt’uno con la natura rispettandola ed esaltandola, creando piatti che sono l’immagine e la voce del suo territorio. Le sue ricette diventano riflesso di momenti vissuti, in cui l’ingrediente è diretto, vero, vivo.
La natura è l’ingrediente, l’ingrediente è il piatto, il piatto è l’opera d’arte.

Uno chef autodidatta che ha sentito la necessità di tradurre le sue emozioni in cucina. Emozioni che sono frutto dell’osservazione e contemplazione della regione dell’Aubrac. Scoprire e amare un prodotto, rispettarlo, osservarlo, toccarlo, odorarlo, impegnarsi nel capire la sua identità. Questa è il pensiero impressionista di Michel Bras.

Andrò in Francia, ci andrò sicuramente, per vivere e capire meglio il suo territorio e la sua cucina. Per ora è venuto lui qui, alle tavole accademiche di Pollenzo. Ed io sono il bambino più felice al mondo.

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Gianluca Bitelli