Facce de Chef | Paolo Lopriore | Tavole Accademiche

Milioni di followers su Facebook, foto suggestive sul profilo Instagram e post su Twitter che escono alla stessa velocità di piatti sul pass. Questo è quello che ci si aspetta da un cuoco del ventunesimo secolo. Questo è il prototipo del cuoco social.
Anche Paolo Lopriore è un cuoco social(e), ma nel senso stretto del termine. Per lui la cucina deve essere fonte di convivialità. Una ristorazione che nasce per condividere; non foto sui social, ma emozioni ed esperienze intorno ad un tavolo.

Un progetto nuovo di riscoperta della convivialità, in cui per mangiare bisogna condividere, per condividere bisogna parlare e per parlare bisogna guardarsi negli occhi.

“Abbiamo acquisito un comportamento, a tavola e al ristorante, che non ci appartiene. Lo facciamo senz’anima. Due camerieri ci infastidiscono, la porzione ci ingabbia, il menù degustazione è un’imposizione – ma non ci appartiene, e tra poco svanirà”.

Con Adria abbiamo fatto un gigantesco, straordinario e meraviglioso balzo in avanti, ma ora è il momento di ritornare un po’ indietro. E’ il momento di “riprogettare il passato”.

Una convivialità tutta da rivivere, un piatto messo al centro del tavolo per aprire gli occhi. Non saranno mai presentazioni da mille likes su Instagram, ma sapori che scaldano il cuore e stimolano il dialogo.
Il neoclassico senso italiano dello stare a tavola che torna d’attualità.

L’esperienza di questo Chef mi ha portato anche a riflettere sul concetto di arte in ambito culinario. Di fatto, la cura del dettaglio, il colore e l’utilizzo di uno stile distintivo hanno fortemente caratterizzato l’evoluzione della cucina negli ultimi decenni.
Ma che cosa è arte? Schizzi di colore su di un piatto? Arie, polveri o vapori? Chi decide cosa merita d’essere arte?
L’arte, dall’alba della sua esistenza, non è mai servita solo ad appagare il gusto estetico ma anche a mediare messaggi sociali.
Delacroix, Picasso ma anche Bansky; la volontà di utilizzare il colore per trasmettere un’idea.
Non sto paragonando Lopriore a Picasso, ci mancherebbe, ma quanto meno ne sottolineo l’ideologia rivoluzionaria. Non è mai facile fare la voce fuori dal coro, non è mai facile nuotare contro corrente e chi lo fa merita attenzione, quanto meno la mia.

Il cuoco comasco, in attesa dell’apertura del suo nuovo ristorante, ha iniziato a far sentire la sua voce e questa settimana ha portato la sua idea alle Tavole Accademiche.
Sharing is caring!

N.B. Gualtiero Marchesi ha sottolineato più volte che per il periodo in cui ebbe nella sua brigata Enrico Crippa e Paolo Lopriore erano loro due incaricati dell’impiattamento e della parte artistica.

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foto principale da Fine Dining Lovers

Facce da Chef | Tavole Accademiche | Mauro Uliassi

Il soffio pungente dell’Adriatico che spettina le creste sinuose della Langa. Maestro della cucina di pesce, Mauro Uliassi cucina alle Tavole Accademiche.

Cuoco per istinto, professionista per amore, artista di natura.

Mauro Uliassi, ha fatto un giro strano per diventare cuoco, quasi rocambolesco, ma da quando nel 1990 ha aperto l’Uliassi, ora due stelle Michelin, ha trovato la sua dimensione dando vita ad una cucina unica.

Una vita in burrasca ma sempre con il vento in poppa. Tempeste perfette che lo hanno portato dal vivere l’estro e l’ecletticità degli anni 70 all’imparare il rigore, la serietà e il valore della fatica dai maestri di gioventù.

L’ispirazione nasce dalla percezione sensoriale che, nutrendosi di gesti e momenti quotidiani, stimola la mente alla creazione. “L’odore catramoso e affumicato del porto, quello fresco del mare all’alba, il sentore del fiume stagnante ed i profumi della città al mattino. Io sono uno Chef e vivo per queste cose”. Così nascono la “Prima secca” e “Bagnasciuga”, piatti storici dell’Uliassi.

Quella di Mauro Uliassi è una visione erotica del cibo.
La cucina che diventa linguaggio intimo per comunicare emozioni ed idee di chi l’ha pensata, il cuoco edonista che entra dentro al cliente grazie al cibo.
L’ingrediente è esso stesso evocativo di un’interpretazione carnale e passionale della cucina. Sangue, tonno, ricci di mare, ostriche, cozze, ma anche selvaggina, aglio e cipolla. Il cibo che supera il cliché di necessità biologica e, come l’Eros, diventa piacere. La degustazione, quindi, seducente percorso sensoriale, in cui il ritmo altalenante è scandito dai cinque gusti fondamentali. Questa è l’essenza vitale per Uliassi.

Fuoco, empatia, passione ed Eros.

Thanatos? No grazie, il conto per favore.

La pasta, le seppie ed i piselli

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Pollo alla cacciatora

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Menù

Menù

Tiramisù e granita di caffè

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Mauro Uliassi at Tavole Accademiche

Mauro Uliassi at Tavole Accademiche