Giovanni Passerini

Agrodolce Da Roma per Parigi fino alle tavole accademiche di Pollenzo

In questi giorni nelle cucine dell’Università di Pollenzo a dirigere l’orchestra è lo chef Giovanni Passerini. Iniziato il suo percorso lavorativo tra i fornelli del bistrot romano “Uno e Bino”, decide di muovere il suo pensiero gastronomico verso la Francia. Passati alcuni anni tra le cucine di Alain Passard e di Pettern Nillson, il 25 febbraio del 2010 lo chef italiano decide di dare vita al “Rino”. Questo ristorante diventato punto di riferimento nel panorama dei “bistrot d’autore” della capitale francese, spegne i fornelli nel 2014, anno in cui lo chef decide di chiudere il locale. Con in mente qualche progetto per il suo nuovo ristorante ora è qui, tra i banchi dell’università di scienze gastronomiche, cercando come ha sempre fatto nel corso della sua carriera di cucinare con semplicità e immediatezza per noi studenti.

Tra i piatti proposti durante la settimana uno dei più intensi e geniali è stato, senza dubbio, l’uovo cotto (in guscio) a bassa temperatura con frattaglie di pollo. Questo piatto era composto da una base di verdure saltate, un uovo cotto a bassa temperatura e un brodo di pollo e frattaglie. In questa ricetta la grande abilità dello chef è stata proprio quella di creare un connubio perfetto di sapori, attraverso un bilanciamento perfetto di ingredienti, che già di per sé, hanno sapori molto intensi.

Quella di Giovanni Passerini è una storia che vale la pena raccontare, perché è la storia di un ragazzo che da autodidatta ha realizzato se stesso nella cucina, trovando, appunto, nella gastronomia quell’evasione creativa che aveva sempre tenuto nascosta. Una storia non ancora stellata, ma chi può dirlo…

 

Piccolo inciso: le tavole accademiche sono un progetto nato all’interno dell’università di Pollenzo per dare la possibilità a noi studenti sia di mangiare piatti d’autore durante la pausa, sia di entrare direttamente in contatto con persone che il mondo della gastronomia lo vivono quotidianamente. In questo modo il cibo non resta solo carburante ma diventa un momento fondamentale nella giornata dello studente, il quale oltre ad avere davanti un piatto cucinato da uno chef, ha anche davanti il pensiero di questo chef e la filosofia che si nasconde dietro alla sua cucina.

Gianluca Bitelli

L’orto di Milano – L’Erba Brusca

  IMG_4521 Suggestivo e totalmente inaspettato, a pochi passi dal centro, questo ristorante si pone come una realtà totalmente distaccata dal veloce mondo della Milano del business. Così nasce l’Erba Brusca, sano portatore di una cucina sostenibile, stagionale e con l’unico obiettivo di valorizzare il prodotto.

Questo ristorante, il quale deve il suo nome ad un’erba tipica italica (appunto l’erba brusca), offre oltre alla classica carta una possibilità innovativa, ossia quella di sperimentare un menu al buio, La “Carte Blanche”, con la possibilità di scegliere tra le 4 e le 6 portate (ad un prezzo ragionevole!!). Naturalmente essendo un menu al buio, l’obiettivo è quello di dare libero sfogo alla fantasia dello chef, il quale tenendo conto di possibili allergie o intolleranze, sviluppa un menu che cambia da tavolo a tavolo. Inoltre vi è la possibilità di pasteggiare anche con un vino al “Blanche”, anch’esso scelto dallo chef.

Interessante è anche il “mood” della cucina proposta, molto vicina al concetto di cucina (POP)olare proposto dallo chef stellato Davide Oldani.

Gianluca Bitelli

Erbabrusca