Salone del gusto e Terra Madre 2014

salonte del gusto 201427 ottobre 2014, ultimo giorno del Salone del gusto e terra madre 2014. Pensieri, ricordi ed emozioni di cinque giorni vissuti con intensità; vedendo, assaggiando e ascoltando le migliaia di storie che tutti questi piccoli produttori hanno deciso di portare a Torino.

Spiegare cosa è stato il Salone del gusto non è semplice, anzi molto difficile. Forse perché anche io arrivato alla fine di questo percorso mi sento molto più confuso di quando mercoledì scorso mi sono ritrovato alla cerimonia d’apertura di Terra Madre.

Una confusione sì, ma molto positiva; una confusione fatta di idee e di pensieri che fanno sperare in un futuro diverso. Ergo, spero di confondere anche voi.

Questo è stato il mio Salone:

Culture ed etnie che si incontrano, barriere culturali che vengono abbattute. L’orgoglio di gente che, con occhi lucidi, sfila fiera della sua tradizione. Le storie che ho ascoltato e tutte quelle che non sono riuscito a sentire. La scoperta di realtà e di luoghi di cui nessuno parla mai. Sorrisi veri di gente con gli stessi sogni. La condivisione di un patrimonio enogastronomico all’interno di una Comunità.

Arca del gusto, Slow wine, slow fish ed il lavoro allo stand UNISG. Gli eat-in, i drink-in, le conferenze e gli incontri fatti. Pensatori, chef, sommelier, produttori, pescatori, allevatori, ma soprattutto persone.                                                                                                                                                                                                                                                                                                             Un Un posto dove la volontà di un movimento mondiale chiamato Slow Food, di riunire tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo, è diventata realtà.

27 ottobre 2014, ultimo giorno di quello che è stato, forse, il viaggio più grande che io abbia mai fatto senza mai muovermi da dove ero partito. Si perché il Salone è l’unione, in un unico grande luogo, di tutte le culture del mondo. Culture che non sono rappresentate da esponenti politici, ma da persone semplici che si riuniscono in un luogo per raccontare al mondo, la storia della loro cultura.

Gianluca Bitelli

Flavio Costa

Crema di zucchine trombetta con seppie al nero e limone candito

La vita è strana, quasi paradossale, e a volte fa in modo che nella settimana in cui la Liguria viene messa in ginocchio dal maltempo, qui alle tavole accademiche di Pollenzo arrivi un cuoco ligure, di Savona, Flavio Costa.

La storia di Flavio Costa è la storia di uno chef che ha compiuto il suo viaggio personale da Savona al lungomare di Albissola marina, posto in cui ha deciso di aprire il suo ristorante stellato, il “21.9” (nome che ricorda il giorno della nascita delle sue gemelle). Un viaggio che lo ha portato a diventare docente regionale all’ “Alma” (prestigiosa scuola di cucina aperta dal grande maestro Gualtiero Marchesi) e baluardo della cucina ligure in Italia e nel mondo.

Flavio costa in questa settimana in università ha deciso di portare la semplicità della sua cucina e la grande capacità di rendere attuali sapori antichi. Una capacità che è stata anche quella di portare qui, quei prodotti e quelle storie che più di altre caratterizzano il suo essere cuoco. Cappon magro, cima e pasta al pesto alla genovese sono stati come una boccata d’aria sul panorama gastronomico della Liguria.

Un cuoco, uno di quelli che vive per la sue origini e per il suo terroir e che attraverso i sapori della terra ha creato la sua personalità. Un cuoco che ha fatto della cucina regionale, prima di molti altri, il suo punto di forza e che, se possibile, dopo gli eventi di questi giorni si sente ancora più legato alla sua terra.

Gianluca Bitelli

Costa-104