Facce da Chef | Pino Cuttaia | Tavole Accademiche

Licata, Torino, Licata.

Il viaggio andata e ritorno di un cuoco che, senza il bisogno di un “talent show”, è riuscito a dare colore ai suoi sogni, trasformando una passione nel suo lavoro.

Sulla tavolozza dello chef i colori sono i sapori d’infanzia, la tela è la Madia, dal 2009 due stelle Michelin, l’oggetto è la sua Sicilia.

La Sicilia Barocca dell’estro e della fantasia, quella dei Mori e delle melodie arabeggianti, quella della Magna Grecia e dei grandi pensatori. La Sicilia, architettura perfetta tra passato e presente: forte, tragica, bella e dolente. Una regione che vive della sua identità storica, culturale, ma anche gastronomica.

Ma Licata non è Palermo e non è Siracusa. Se ci si passa non è per sbaglio, e se si va in corso Re Capriata alla Madia il motivo può essere solo uno e si chiama Pino Cuttaia.

Licata è la mano della Sicilia, la mano che si allunga sul mediterraneo. Un mare, oggi terra di nessuno, che ieri è stato teatro di guerre ma anche piazza di tratte commerciali e scambi culturali. Scambi culturali che hanno scolpito nel corso della storia l’identità sicula.
Oggi questa identità è magistralmente rappresentata dai piatti di Pino Cuttaia. Il comfort food che diventa cibo stellato.

Come già detto, senza determinati ricordi la cucina di Pino Cuttaia non potrebbe esistere. Anche la stessa madia che era il cassettone tradizionale in legno con coperchio che si usava nelle case di campagna per impastare il pane e per conservare farina, lievito e altre sostanze alimentari, è stata scelta per dar nome al suo ristorante.
Il passato per avanzare.
La rielaborazione dei sapori antichi, vissuti e mai dimenticati. Un colore nuovo per ravvivare un’identità che non vuole spegnersi. Eruzione di colori in Sicilia. Etna? No Licata.
Profumi, sapori, racconti e memoria.

“C’è un ingrediente che non manca mai nei miei piatti e che consente di riconoscerli. Il mio ingrediente segreto è la memoria. Ognuno dei miei piatti contiene almeno un pizzico di memoria. Ognuno dei miei piatti con la sua semplicità, prova a raccontare una storia.”

Per la Madia serve un viaggio, nel frattempo Pino Cuttaia è ripassato per il Piemonte. Torino? No, Tavole Accademiche.

Ah dimenticavo. Il cannolo .

Arancino e ragù di sarde

Arancino e ragù di sarde

Cannolo di melanzana, ricotta e pomodoro

Cannolo di melanzana, ricotta e pomodoro

Cannolo di melanzana, ricotta e pomodoro

Cannolo di melanzana, ricotta e pomodoro

Pesce spatola a beccafico e caponata di verdure

Pesce spatola a beccafico e caponata di verdure

Maialino nero, ceci e cime di rapa

Maialino nero, ceci e cime di rapa

Semifreddo al torrone e cioccolato fondente

Semifreddo al torrone e cioccolato fondente

Cannolo

Cannolo

Cannolo

Cannolo

Day 1 | Menù

Day 1 | Menù

Day 2 | Menù

Day 2 | Menù

Pino Cuttaia plating at Tavole Accademiche

Pino Cuttaia plating at Tavole Accademiche