Bloody Mary

Bloody MaryUna base di succo di pomodoro rafforzata da vodka e condita da tabasco, salsa worcestershire, sale, pepe ed infine rinfrescata dal succo di limone.

Signore e signori, il Bloody Mary: sapore elaborato e equilibrio di sapori atipico (un cocktail non proprio “per tutti”).

 

Il rosso drink nacque ufficialmente nel 1934 al St. Regis Hotel, quando, un barman di nome Petiot rielaborò un vecchio cocktail di nome “Red Snapper”, rinforzando il suo sapore con il Tabasco e rinominandolo “Bloody Mary”.

Non stupisce che con un sapore, un colore ed un nome così forti, il Bloody Mary sia avvolto dal fascino di storia e leggenda che, meglio di ogni altro cocktail, rispecchiano perfettamente il suo gusto elaborato.

A stupire, invece, è che il drink non prenda il suo nome così, come la leggenda vorrebbe, in “onore” di Maria d’Inghilterra, soprannominata “La sanguinaria” per la politica piuttosto violenta con la quale caratterizzò il suo regno. Ma che fu proprio Petiot, l’inventore, a svelare l’origine del nome, attribuendolo, da prima ad una cameriera del Bucket of Blood, un famoso locale di Chicago, conosciuta da tutti come Bloody Mary (il perché rimane un segreto) per poi rimangiarsi quanto detto e “dedicare” il cocktail ad una macabra leggenda. Nella quale Bloody Mary sarebbe una ragazza sepolta viva dai genitori che la pensavano morta.

Molte le varianti al long drink originale: il Virgin Mary, versione analcolica; il Red Hammer, con il gin al posto della vodka, che nacque negli anni ’50 quando la vodka non era commercializzata. Ci sono poi delle versioni più etniche, come il Bloody Geisha, fatto con il sakè; il Bloody Maria con la tequila o la Michelada con la birra messicana.

Piccolo inciso: il succo di pomodoro fatto in casa!

Pierpaolo Bianco